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Libri

- ROSA MATTEUCCI "COSTELLAZIONE FAMILIARE"

22 giugno 2016

di anna scorsone alessandri

    Rosa Matteucci, scrittrice, nata ad Orvieto nel 1960 laureata in Scienze Politiche entra al Quirinale durante la presidenza Cossiga, come funzionario a contratto.

Il suo romanzo d'esordio è stato Lourdes pubblicato nel 1998 da Adelphi e vincitore nel 1999 del Premio Bagutta. 

Giorno 21 giugno alle ore 21,00 presso la Biblioteca Comunale di Imola,  Rosa Matteucci ha presentato  il suo nuovo libro: "Costellazione familiare" una nuova incursione nell'universo aggrovigliato dei rapporti familiare e "animali". Lo fa mediante la singolare invenzione di una psicoterapia di gruppo da cui tutto sgorga.

«Dopo aver creato il cane, Dio si fermò un istante a contemplarlo nelle sue incertezze e nei suoi slanci, annuì e seppe che era cosa buona, che non aveva tralasciato nulla, che non avrebbe potuto farlo meglio»: scritta da Rilke a un'amica, è la frase che troviamo sulla soglia di questo romanzo – 

Nella famiglia della Matteucci sono proprio i cani ad assumere un ruolo determinante: quello di una «risicata passerella di corde gettata fra due impervie ripe sentimentali». Da un lato del baratro c'è una madre di «leggendaria bellezza», refrattaria a qualunque «smanceria», sorda a ogni «desolato richiamo d'amore», e del tutto disinteressata a fornire alla prole più che un incorporeo nutrimento spirituale; dall'altro, una figlia convinta da sempre della propria inadeguatezza, che non nasconde «una malsana predilezione per quello sfaticato» di suo padre, e votata all'accudimento di una lunga serie di cani, tanto deliziosi quanto pestiferi (e nutriti, loro sì, parecchie volte al giorno). Finché non si troverà, la figlia, a dover accompagnare la madre, amata sempre di un amore tacito e geloso, nel drammatico percorso della malattia che la porterà alla morte. Rosa Matteucci ancora una volta  mette in piedi un teatrino degli affetti al tempo stesso struggente e grottesco con il consueto, lucido puntiglio dove allo strazio si alterna continuamente il riso. L'autrice vuole raccontare i propri conflitti personali e sceglie nel gruppo terapeutico, coloro che «rappresenteranno» i genitori o altre figure familiari, li sistema in piedi davanti a sé, e poi dice loro — come direbbe ai genitori veri — ciò che prova, quali conflitti nutre, quali rimorsi o frustrazioni... 
 

Claudio Alessandri
Ph. Alessandro Di Giugno
dal volume "Omaggio a 20 critici d'arte palermitani"
Ed. Studio 71, Palermo 2003