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Monumenti artistici siciliani

- IL GENIO DI PALERMO DI PIAZZETTA GARRAFFO -

16 marzo 2009

di Claudio Alessandri

   Ho letto con grande interesse l’articolo apparso sul quotidiano on-line Sicilia Informazioni di venerdì 11 marzo 2009, un invito garbato, ma severo rivolto, non solo alle autorità competenti, ma a tutta la cittadinanza di Palermo perché assuma parte attiva in difesa dei propri monumenti, senza distinzione fra maggiori e minori, una differenziazione che non abbiamo mai condiviso considerandola un alibi poco opportuno per trascurare miriadi di opere d’arte (minori) che fanno parte anch’esse del nostro patrimonio artistico, culturale e principalmente storico. Nel caso specifico l’articolo tratta del complesso scultoreo raffigurante il “Genio di Palermo”, i cui miseri resti sono visibili (per quanto tempo ancora?) su una delle pareti di un palazzo sito in piazzetta Garraffo, nel cuore del mercato della Vucciria.

Questo complesso già esistente alla fine del XIII secolo, originariamente era una fontana dalla quale sgorgava abbondante e fresca acqua che, alcuni, ritenevano possedesse caratteristiche curative. Oggi che si sono asciugate le “balate della Vucciria” come preconizzato anticamente a segnare la tragica fine di Palermo, anche l’artistica fontana non “getta” più acqua, anzi non ha più nulla che la designi come antica fontana.

Questo “prezioso” articolo ha avuto anche il pregio di risvegliare in noi un ricordo, un lontano evento che ci suggerì di mettere per iscritto una nostra considerazione, rimasta in seguito a sbiadire nel tempo perché ci parve per allora, poco “igienica”, mandarla in pubblicazione.

Adesso, riteniamo, è giunto il momento di rendere noto quel nostro vecchio “sfogo”sperando che possa tornare utile a risvegliare le coscienze di autorità a cittadini e contribuire al salvataggio di ciò che è ancora salvabile del nostro immenso e trascuratissimo patrimonio artistico.

E’ bene precisare a chiarimento di quanto segue che il “Genio di Palermo” di Piazzetta Garraffo era, un tempo affiancato da due statue marmoree raffiguranti due sante palermitane, quella di destra era da sempre considerata dal popolo palermitano la raffigurazione della “Giustizia”, l’altra è rimasta per noi sempre un mistero, prima decapitata e scomparsa da tempo immemorabile, forse trafugata, ma potrebbe essere stata prelevata per il restauro e dimenticata in qualche deposito comunale e lì rimasta. Il fatto non è del tutto nuovo, un esempio lampante lo si riscontra nella vicenda che interessò la fontana detta “del Cavallo Marino”, scomparsa e poi rintracciata presso i magazzini comunali dall’Architetto Silvana Braida che ne curò il recupero e la ricomposizione.

Hanno rubato la “GIUSTIZIA”.
Questo breve commento scritto in occasione del furto, scoperto con incredibile ritardo, della statua raffigurante, allegoricamente, la Giustizia e facente parte di un gruppo decorativo fatto porre, in epoca spagnola, nella piazzetta Garraffo, alla Vucciria, partorito in un giorno di scirocco, non è stato mai pubblicato perché abbiamo ritenuto opportuno non divulgarlo, preferendo restasse uno sfogo di un giorno di scirocco, e basta.

Bisogna tenere comunque conto del periodo nel quale questo “sfogo” è stato scritto; molte cose da allora sono cambiate, a Palermo?

Eravamo in un giorno di piena estate, negli anni settanta, tutti a combattere l’afa di quella tremenda stagione, presi ancora una volta dal ricordo dei giorni passati in ferie o distratti dai preparativi del prossimo viaggio, non ci eravamo accorti, cosa molto grave, che nella nostra città avevano rubato la… “Giustizia”.

A destarci dal colpevole torpore ci ha pensato la stampa, quella qualificata, un grido di allarme accorato, uscito dalla strozza serrata dall’emozione per un episodio successo parecchi mesi prima, ma compreso nella sua catastrofica interezza solo molto dopo.
“Hanno rubato la “Giustizia” a Palermo, e lì tutti a riflettere mogi, mogi che molte volte lo scetticismo ad oltranza finisce per divenire deleterio, in molti erano infatti convinti che a Palermo la “Giustizia” non fosse mai esistita ed invece pochi ladruncoli l’avevano scovata e trafugata, portandola chissà dove, forse in un’altra nazione dove la sua presenza era superflua o dove avrebbe avuto vita difficile.

Dove è finita allora la statua della “Giustizia”? Il guaio è che sarà molto difficile riconoscerla dopo la cura di bellezza alla quale sarà stata sottoposta dai nuovi proprietari, è infatti a tutti noto che la patina antica che la ricopriva aveva cominciato a stratificarsi subito dopo l’inaugurazione e mai nessuno si era arrischiato a toglierla per timore di scoprire sotto lo strato di sudiciume la “verità”.

La “Giustizia” è un conto, la “verità” è un altra e sarebbero stati quindi i ladri a prendere questa spaventosa responsabilità, ma una volta fatta la scoperta, per ovvi motivi, si sarebbero guardati bene dal divulgarla ed è vero peccato, perché solo in quel modo avremmo potuto, forse, risolvere tutti i nostri problemi.

Se si dovesse scoprire, sotto lo strato di lerciume, la “Giustizia”, niente di strano, così l’ha modellato l’artista, ma se saltasse fuori la “verità” verremmo a conoscenza di più di seicento anni di storia, soprusi, malgoverno, vessazioni, violenza, e tanti, tantissimi nomi, quanti l’antimafia non è riuscita a raccogliere in tanti anni di indagini indefesse.

Qualcuno a questo punto comincerà a tremare, a sentire la bocca asciutta, il respiro corto, ma si calmi le nostre sono solo fantasie, pensieri sfuggiti in un momento di allucinazione, mentre guardavamo la nicchia vuota a Piazzetta Garraffo ed a sua volta il “Genio di Palermo” ci guardava esterrefatto forse meravigliato o spaventato, dai pensieri che ci frullano per il cervello come tanti pipistrelli impazziti.

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