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- SILVANA BISSOLI: DAL FUOCO ALLA VITA - UNA MOSTRA AD IMOLA -

19 ottobre 2009

di Claudio Alessandri

Diversi anni addietro, durante un mio breve soggiorno ad Imola, girovagando per le stradine del centro storico, mi imbattei in una piccola Galleria, in quel luogo feci la conoscenza con l’artista Silvana Bissoli.

Mi presentai in veste di critico d’arte, non del luogo, essendo rimasto colpito da alcune opere che erano esposte e che appresi essere state realizzate dalla Bissoli; si trattava di incisioni a fuoco con il metodo del “pirografo”, tecnica antichissima, ma ancora oggi non considerata “arte” nel vero significato del termine; idea che non ho mai condiviso poiché, secondo il mio giudizio, non può esistere una codificazione del modo di esprimere l’arte, senza contestare peraltro le teorie dei “puristi”.

Rappresentavano, quasi esclusivamente, degli ulivi “saraceni”, vere e proprie sculture della natura, attraenti per realizzazione artistica e per il messaggio di vera tormentata armonia che scaturiva dalle loro sofferte torsioni quasi a volere significare il tentativo di sottrarsi alla capziosità della terra, sopportata da svariati secoli. La mia conversazione con l’artista non ebbe lunga durata, venne interrotta dal sopraggiungere di un paio di amiche che della pittrice, a quanto mi parve, interessavano molto di più alla Bissoli che non le mie domande, forse, banali. Salutai e mi allontanai, debbo dire abbastanza mortificato, presto non pensai più a quell’episodio.

Sono tornato a Imola in varie occasioni, ma non ho avuto più modo di incontrare Silvana Bissoli, fino ad oggi quando ho rivisto le opere di questa artista esposte presso la “Galleria del Risorgimento”, conosciutissimo spazio espositivo della cittadina emiliana che, da sempre, si dichiara romagnola. Non ho rinunciato a visitare la mostra che mi ha ricondotto a sensazioni stranamente intime, coinvolgenti già avvertite molti anni addietro, era presente l’artista, ma ho rinunciato al dialogo, non per preconcetto, ma esclusivamente per riprendere un discorso artistico interrotto dalla parziale osservazione delle opere che, anni prima, avevano sollecitato il mio interesse più artistico che critico.

I soggetti trattati da Silvana Bissoli sono rimasti gli ulivi, tanti e tanti ulivi, non opere ripetitive, ma singolarmente originali sia nel tratto di una “pulizia” ammirevole che nell’incisività del disegno. E’ sbalorditivo come un albero possa assumere una tale varietà di forme, difficile credere che tutto sia affidato al caso e meno che mai ad una interpretazione non veritiera dell’artista.

Quelle splendide e tormentate “opere” della natura che il critico d’arte indica, nella presentazione della mostra, come ulivi salentini, li colloca in una splendida regione del meridione italiano, non è nostra intenzione fare i pignoli, ma io che provengo dalla Sicilia, contesto quella unicità, ma forse la mia è solo una precisazione campanilistica.

L’artista imolese nelle sue opere non si limita all’interpretazione grafica degli ulivi, noto una compenetrazione emotiva che suggerisce vitalità, dinamismo alla solidità del legno tormentato da profonde fratture, da contorsioni che esprimono “dolore”, quegli alberi, nelle rappresentazioni di Silvana danno l’idea di concetti in continuo divenire, espressi in tempi remoti e che, ancora oggi, raccontano instancabili storie sublimi, eventi tenebrosi di un mondo sfuggito nelle brume dei secoli scomparsi anche dalla memoria.

Forse la sensazione deludente del mio incontro “abortito” con Silvana Bissoli, avvenuto un tempo, è da attribuire al mio amor proprio di critico d’arte snobbato con tale “nonchalance” da seppellire un individuo sotto metri di terre, ancora oggi non riesco a comprendere, ecco perché ho evitato una ulteriore delusione. Delusione esclusivamente “sensoriale” perché dal punto di vista artistico ho ricevuto una piacevole conferma dell’idea che già, molti anni addietro, mi ero fatto di Silvana Bissoli, artista notevolmente dotata sia nella creatività grafica che nella penetrazione di sentimenti e concetti poetici che, solo l’innocenza della natura, può donare.

articolo del 19.10.09 italiainformazioni

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