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- "L'ISOLA CHE C'E', SETTANTA OPERE INEDITE DI GIAMPAOLO TALANI A PIETRASANTA.

11 luglio 2010

di Claudio Alessandri

La città di Pietrasanta, dal 10 luglio 2010, ospita una importante mostra del pittore Giampaolo Talani dal titolo “L’Isola che c’è”. Per l’occasione l’artista toscano espone ben settanta dipinti inediti di medie e grandi dimensioni, ma la novità in assoluto è costituita da una mostra di sculture bronzee che verranno proposte al pubblico in altro luogo, della stessa Pietrasanta, rispetto alla mostra dei dipinti esposta presso la Galleria Enrico Paoli. 
Ho avuto la fortuna di incontrare Giampaolo Talani nella mia città, Palermo, in occasione di una sua personale ospitata presso una delle Gallerie più prestigiose del luogo. I dipinti di Talani, hanno catturato immediatamente la mia attenzione per la “strana” atmosfera che scaturiva da essi. 
Probabilmente la definizione “strana” non rende appieno e non esattamente l’emozione che suggerisce l’aspetto dei personaggi e l’atmosfera nella quale sono immersi, il loro sguardo e la postura, suggeriscono attese senza tempo nella speranza di disvelare un mistero e non a caso il vento che spira dal mare scarmiglia i capelli e solleva il bavero della giacca, quasi a proteggere un essere spaventosamente indifeso, in balia degli eventi, tristi? Sereni?. In ogni caso accettati da quelle figure dipinte come ineluttabili; un atteggiamento filosofico che, io stesso ho potuto osservare nei viaggiatori in attesa su tristissime banchine delle stazioni.
 

“Le banchine delle stazioni”, uomini con lo sguardo fisso nel vuoto che reggono delle valigie colme di sogni, e come i sogni svaniscono dal nostro sguardo all’improvviso e comunicandoci una tristezza senza tempo a scandire il ticchettio di un orologio che conosce solamente i tempi della meccanica, ed ignora il dolore che provoca nello scandire le ore di una fragile esistenza, di una intera vita. 
Poi mi sovviene che Talani oltre ad essere un grande pittore, è anche un poeta ispirato, ed ogni dubbio è chiarito, semmai ci martella un’altra domanda: “Talani trae ispirazione per i suoi versi dai suoi dipinti, o sono questi a costringere Talani alla poesia, quasi a volere contemplare l’opera pittorica terminata figurativamente, ma arricchita e completata dal manifestarsi in versi che, oltre la figurazione, conferiscono al dipinto il fremito dei sentimenti non “svelabili” sul fragile supporto di una tela?”
 Un altro discorso deve essere fatto per Talani scultore, una ulteriore qualità che, confesso, non conoscevo, quindi la mia curiosità è al di là di qualsivoglia ragionevolezza, ma un motivo che giustifica la mia impazienza è dettato dal mio rincorrere una idea; le sculture di Talani riesco ad immaginarle in rappresentazioni tridimensionali dall’identico aspetto dei personaggi dipinti, uomini in attesa, vento, spiagge nelle quali gli ombrelloni non sembrano oggetti piantati nella sabbia, ma da questa nascono come fiori mostruosamente grandi e coloratissimi, sbocciano ai primi tepori primaverili e chiudono la corolla al declinare dell’estate, quel confine temporale che segna il concludersi delle promesse che rimarranno tali, amori selvaggi come il mare che si frange sulla battigia, amori che svaniscono al primo fischio del treno che riporta nelle città, al lavoro quotidiano quegli esseri da quelli che dianzi si crogiolavano al sole, diversi nel pensare, nell’agire, uguali nei loro abbigliamenti di uomini dediti a lavori di grande responsabilità, diversi nel pensare, smessi i bermuda e gli zoccoli, “diversi”.
 Il culmine della mia felicità lo raggiungo quando poso lo sguardo su alcune sculture di Talani, e le mie supposizioni vengono confermate in tutto e per tutto.
Quell’uomo con i capelli al vento è lì con la sua valigia, stretta al petto nel difendere ciò che contiene, ricordi felici, momenti tristi e poi… chi sa.

articolo dell'11.7.2010 italiainformazioni

- "L'ISOLA CHE C'E', SETTANTA OPERE INEDITE DI GIAMPAOLO TALANI A PIETRASANTA.