admin

Testi

- O'TAMA E VINCENZO RAGUSA: UN PONTE TRA TOKYO E PALERMO.

a cura di Maria Antonietta Spadaro
Palazzo Sant'Elia, piano nobile Palermo
12 maggio 2017 – 28 luglio 2017

COMUNICATO STAMPA


O’Tama Kiyohara (Tokyo 1861-1939) e Vincenzo Ragusa (Palermo 1841-1927) costituiscono nella storia dell’arte del nostro paese due importanti figure, ancora poco indagate, promotrici del particolarissimo e precoce giapponismo fiorito a Palermo, quando erano ancora in pochi, negli anni 80 del sec. XIX, in Europa, ad accostarsi con passione alla cultura e all’arte nipponiche. Ricordiamo la grande importanza che ebbe il Japponisme in Francia.

Se negli ultimi anni sono stati pubblicati significativi studi - sia sullo scultore palermitano, Vincenzo Ragusa, che sulla moglie, la pittrice giapponese O’Tama Kiyohara, vissuta a Palermo ben 51 anni - tuttavia non era mai stata realizzata una mostra antologica su i due artisti.
L’inizio dei rapporti Italia-Giappone avvenne nel 1866: lo scorso 2016 ne sono stati celebrati i 150 anni. L’apertura del Giappone all’occidente, dopo due secoli di chiusura, è l’evento storico che fa da cornice alla vicenda dei nostri due artisti.

Vincenzo Ragusa fu invitato nel 1876 (IX anno dell’era Meiji) dal governo giapponese ad aprire a Tokyo - insieme al pittore Antonio Fontanesi e all’architetto Vincenzo Cappelletti, tutti e tre selezionati dall’Accademia milanese di Brera - una scuola d’arte occidentale allo scopo di rinnovare la loro tradizione artistica. In Giappone, egli conobbe la giovanissima pittrice O’Tama Kiyohara, che, nel 1882, condusse con sé a Palermo con l’idea di fondare una scuola d’arte orientale. L’esperienza nipponica di Ragusa favorì la conoscenza del linguaggio artistico ottocentesco europeo in quel lontano paese; mentre O’Tama (a Palermo dal 1882 al 1933), con il suo inconfondibile stile, ricco di umori orientali ma impostato sulle tecniche espressive occidentali del naturalismo romantico, ha lasciato qui traccia con una ricchissima produzione di opere, esplorando varie tecniche (da opere da cavalletto con olii, acquerelli e pastelli, a dipinti murali) e i soggetti più diversi, dal ritratto al paesaggio, dalle nature morte alle scene di genere, dai fiori agli animali, dai temi religiosi alle memorie d’atmosfere orientali, dall’arte applicata alle decorazioni d’interni.

L’artista ha anche influenzando tanti allievi, prima all’interno della Scuola Officina artistico industriale, fondata a Palermo nel 1884 da Vincenzo Ragusa, e poi attraverso le lezioni impartite privatamente a tanti giovani.

Vincenzo Ragusa, nei quasi sette anni di permanenza a Tokyo in qualità di docente di scultura, conobbe e frequentò la famiglia di O’Tama Kiyohara: tra i due artisti - personalità libere e aperte al nuovo - nacque un intenso rapporto di amicizia e amore che li condurrà al matrimonio.

O’Tama e Vincenzo ebbero un importante ruolo, coronato da successo, nell’ambito dell’Esposizione Nazionale che si tenne a Palermo nel 1891-92.

La mostra ospita un consistente numero di opere (circa 130, per lo più da collezioni private) prodotte da O’Tama Kiyohara durante il suo periodo palermitano durato 51 anni. Sono presenti anche opere provenienti da istituzioni pubbliche (Gam Palermo, Museo Pitré, Società Siciliana di Storia Patria, Fondazione Whitaker, Ars, Museo del Liceo Artistico “Vincenzo Ragusa e O’Tama Kiyohara”, Chiesa di Sant’Antonio Abate di Palermo, Gam di Messina, Museo “Luigi Pigorini” di Roma). La mostra accoglie inoltre opere di Vincenzo Ragusa, l’album fotografico donatogli nel 1882 dagli allievi della scuola di Tokyo dove insegnò e l’Armadio monumentale realizzato per l’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-92. Tra le varie opere, la mostra presenta diversi dipinti conservati presso l’ex scuola fondata dal Ragusa, oggi Liceo Artistico “V. Ragusa e O’Tama Kiyohara”, insieme a opere prodotte all’epoca in quella scuola. Trovano spazio, infine, opere di allieve di O’Tama Kiyohara. La mostra sarà allestita con pannelli, arredi, kimono e oggetti del periodo, per evocare il fenomeno del giapponismo, contestualizzando l’esposizione delle opere.

Nel corso della mostra verrà proiettato il video realizzato da Gianni Gebbia e ispirato O’Tama. Un altro video, curato da Maria Muratore, consentirà di vedere le immagini delle opere di O’Tama e V. Ragusa non in mostra perché, come i monumenti e le decorazioni parietali, non sono trasportabili.

Per l’inaugurazione, l’artista giapponese Setsuko si esibirà in una suggestiva performance ispirata ai due artisti.

Il 9 giugno 2017 si terrà, sempre a palazzo Sant’Elia, una “Giornata di studi” sul tema: L’utopia del Giappone in Europa - relatori di Palermo, Roma, Tokyo e Kyoto

Patrocini. 
La mostra, promossa dalla Fondazione Sant’Elia, è patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali, dall’Ambasciata del Giappone, dalla Città Metropolitana di Palermo, dal Comune di Palermo, dall’Assemblea Regionale Siciliana, dalla Fondazione Whitaker, dalla Società Siciliana di Storia Patria, dalla Gam di Palermo, dalla Galleria d’arte moderna del Comune di Messina, dall’Ambasciata Giapponese a Roma, dall’Istituto di Cultura giapponese a Roma, dall’Ass. Sicilia-Giappone, dall’Associazione Settimana delle Culture, dall’Anisa per l’educazione all’arte (Ass. Naz. Insegnanti Storia dell’Arte).

Vernissage, 12 Maggio 2017 ore 17:00
Orari: Martedì – Venerdì 9:30-13:00; 15:30-18:30
Sabato – Domenica 10:00-13:00; 16:00-19:00

Biglietti. Intero € 5,00 - Ridotto € 4,00: over 65, gruppi (minimo 20 persone).- € 3,00: scolaresche.

Info: +39 0916162520 - fondazionesantelia@gmail.c
om
Pagina FB: Fondazione Sant'Elia. 

- O'TAMA E VINCENZO RAGUSA: UN PONTE TRA TOKYO E PALERMO.