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- ENNIO MONTARIELLO, DIPINGERE LA BELLEZZA COME POESIA -

15 novembre 2008

di Claudio Alessandri

La massima fortuna per un critico d’arte è quella di incontrare, quasi per caso, un artista dalle doti straordinarie nel dare vita alle sue opere. Può sembrare un’affermazione banale, scontata, ma non è così, almeno per me quando ho avuto l’occasione di osservare i dipinti di Ennio Montariello.

Un figurativo purissimo, ma con una dote straordinaria, quella di infondere nei suoi dipinti un’atmosfera di incanto sognato, non particolari funambolismi accademici, il suo raffigurare la “bellezza” ha del magico, del commuovente, del poetico visivo.

Per lo stesso Ennio, in tempi precedenti, abbiamo formulato una considerazione che, ancora oggi, continuiamo a sostenere e forse, con ancora maggiore convinzione, cioè che l’unica, vera bellezza, appartiene unicamente alla natura, nessun artificio umano potrà mai migliorarla, un tentativo illusorio che ridicolizza la pretesa di superare il “già bello”, non otterrà altro che creare delle note dissonanti, rendere cacofonica una dolcissima melodia, nota pura e priva di sovrastrutture che altererebbero una perfezione per definizione perfetta.

Ennio Montariello ci ha fatto questo straordinario regalo, raffigurando la natura, umana e vegetale, nella sua assoluta semplicità, quella spontanea “armonia” si ode prevenire dai volti bellissimi di fanciulle immerse in sogni sereni, o volti dallo sguardo penetrante, nell’atto di scoprire dove si annida il dolore, la latente crudeltà umana.

Montariello, come naturale, una volta immortalata la bellezza femminile, non dimentica l’omologo della bellezza del mondo floreale, ecco quindi dipinti fiori fra i più belli esistenti in natura e per la varietà dei colori e per l’eleganza delle forme.

La massima espressione emotiva Montariello la raggiunge nei dipinti nei quali vengano accumunati bellissimi volti femminili e fiori altrettanto belli ed attraenti; una sfida o un raffronto?

E’evidente l’impressione della ricerca del più bello, un raffronto impossibile, ma contemporaneamente godibile nella musicalità dell’incomparabile bellezza di linee e colori puri, armonici, scaturiti dall’intimo orgasmico di questo artista che, senza clamore, vuole non sovvertire, ma moderare tutte le teorie dei sostenitori delle tecniche, cosi dette, d’avanguardia.

Ben vengano le sperimentazioni, ma senza pretendere di sovrapporsi se non addirittura obliare, la rappresentazione del bello, così come è, e che non manca di infondere letizia e pace, un bisogno, avvertito universalmente…per il caos vi è sempre tempo.

articolo del 15/11/08 italiainformazioni

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