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- GALLIANI OMAR E CAGLIOSTRO -

4 ottobre 2008

di Claudio Alessandri

Nella soffusa penombra, dove il precedente chiacchericcio era stato sostituito da un silenzio assoluto, sospeso alla voce vibrante dell’attore Remo Girone che declamava passi dello scritto dedicato a Cagliostro, spezzoni di un opera dello scrittore palermitano Aurelio Pes, che aveva ispirato la mostra dei disegni di Omar Galliani, ospitata dalla Galleria d’Arte “La Murzia”, si rincorrevano la realtà e l’onirico di un avvenimento, in apparenza ispirato da una fantasia galoppante in spazi infiniti.

Poi, l’atmosfera esplose nelle luci abbaglianti che rivelarono le opere esposte in tutta la loro bellezza, il significato di un mondo rapito dal sogno, in una sera palermitana sospesa ad una magica atmosfera che coniugava arte visiva a narrazione di momenti felici, ad attimi tragici di una declamazione colta, raffinata nei contenuti e nella poetica; l’esibizione di Sayoko Onishi, danzatrice giapponese, accompagnata da una musica lontana dei canoni occidentali, ma coinvolgente nel rombo cupo dei tamburi, giunse a fulminare il silenzio che si “infranse” in un applauso caloroso e grato.
 
Adesso le opere di Galliani aprivano le loro “corolle” alla composizione, non più silenziose testimonianze, parlavano all’osservatore felice di penetrare un mistero che Galliani aveva illustrato consapevole del doloroso attendere l’interpretazione, la verità di disegni che assumevano, volta per volta, il senso di simboli di narrazione ponderate, aperte alla verità, al disincanto di un segreto finalmente di svelato nella sua “innocente” realtà.

Ed ecco, sul candore delle pareti, si incastonavano le opere di Omar Galliani, matita e pastello su carta, matita su tavola, un’opera stupefacente di grandi dimensioni, “cm. 205 x 305”; sul annerito supporto “sbocciava” una figura femminile bella, nei tratti e nell’esecuzione che, oltre alla fantasia esaltava una tecnica delicatissima pur nella visione incisiva e ricca di patos. I numerosi visi femminili dal titolo ripetuto: “Se non apri gli occhi” matita e pastello, pur nel moderato cromatismo, esprimevano bellezze di forme e, forse, un concetto intimo, il desiderio della bellezza nella perfezione, irraggiungibile nell’arte come nella vita; gli occhi chiusi o parzialmente socchiusi, lasciavano sospeso l’osservatore su un baratro di incertezze, il bello è evidente, ma è “dolorosamente” deturpato dall’assenza dello sguardo che, oltre a conferire completezza, esprime i “contenuti” dell’anima, finestre aperte su un mondo interiore che svela sentimenti di gentile nobiltà, o ferina aggressività. Il ripetersi, mai identico, dello stesso soggetto, volti di splendide e giovani fanciulle, non smorzava l’attenzione, anzi, la stimolava alla ricerca di verità che l’artista non voleva rivelare verbalmente, ma simbolicamente si; quei visi derivavano da visione fantastiche da un Cagliostro ingentilito e riumanizzato che poneva al suo fianco, in tempi oscuri per le donne, femminilità e gentilezza, estranei a giochi alchimistici, una parità esistenziale che, precursore illuminato, concesse alla “sua” donna, ma nel contempo, a tutto l’universo femminino.

In “Montra” dal buio di un tramonto avanzato, emergeva come luna, un volto di donna ancora una volta bellissimo, in una positura tecnicamente difficilissima, eppure esprimeva inequivocabilmente un abbandono crepuscolare, desiderio di quiete per un ristoro del corpo e dell’anima; un trittico che ricorreva spesso nella mostra delle opere di Galliani, rafforzando un’idea che non è ripetitività, ma certezza di intenti, ferrea volontà d’affermare un concetto che, per lui è ineludibile.

“Il sutra del diamante” altro titolo di altra opera, che prendeva spunto da un soggetto secondario per poi evidenziare un viso muliebre immerso in riflessioni che tengono in sospeso giudizi ed affermazioni di una preziosità che può, tutto sommato, rappresentare illusoria essenza.

Tutto nelle opere di Omar Galliani, risuonava di una ispirazione legata all’onirico, ad un mondo brumoso, la realtà di verità misteriose dall’atmosfera magica. Cagliostro domina, non visto, la scena e Galliani illumina i secoli che ci dividono dal misterioso personaggio, rivelandoci concetti e forme che attingono alla magia dell’arte pittorica, dono sublime di una Entità che è l’unica e sola verità in un mondo inondato da dolorose illusioni.

Claudio Alessandri
utenti.lycos.it

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