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- FEDERICO II ED I MISTERI DI CASTEL DEL MONTE (5)

13 giugno 2009

di Claudio Alessandri

Nel proseguire la trattazione delle infinite supposizioni di carattere cabalistico sostenute da eminenti studiosi dell’occulto e le altrettante dotte smentite degli oppositori di dette teorie esibendo prove inconfutabili che queste si reggono su credenze antichissime che rifiutando la prova scientifica si affidavano ciecamente all’impossibile da dimostrare; riteniamo opportuno riportare alcune, fra le tante riguardanti i contenuti magici di Castel del Monte, ci sembra particolarmente pregnante anche se lo sviluppo chiarificatore segue un percorso particolarmente complesso in termini pseudo esplicativi poco comprensibili a dei lettori non esperti in teorie cabalistiche particolarmente approfondite, quindi da considerare dei "curiosi interessanti" per i quali si rende necessaria una doverosa, semplificazione, senza tradire ovviamente lo spirito speculativo originale.

A base di questa ulteriore teorizzazione riguardante il senso recondito di questo fantastico monumento castellare, assumeremo una interessante relazione dello studioso di cabala, Dario Dell’Aere.

Sono molti i teorici della cabala che associano l’insieme dei simbolismi contenuti nelle complesse tecniche costruttive di Castel del Monte ai messaggi criptici che annunciano la “fine dei tempi”, dai molti conosciuto molto più concretamente, dal racconto biblico della “Apocalisse”.

Questo accostamento è associato al “quadrato magico del sole”, rappresentato con molta evidenza dalla forma ottagonale del castello federiciano ed il continuo ripetersi del numero otto considerato l’intero progetto, dalle forme esteriori a quelle contenute nello sviluppo interno del monumento.

Quindi l’associarsi del numero 666 con l’otto, rappresenta l’insieme di un messaggio abbastanza evidente.

Continuando sul principio basato su queste teorie, non è improbo scoprire altri riferimenti del senso profondamente profetico. L’alfabeto ebraico e composto da 22 lettere alfa–numeriche, stranamente sono eguali al numero dei capitoli dell’Apocalisse.

Non è finita, gli stessi studiosi, per la verità numerosi ed agguerriti, trovano una conferma straordinaria alle loro affermazioni nel capitolo predominante dall’intero libro pfotetico, appunto l’ottavo, il “Settimo Sigillo” e danno un senso logico a quanto da loro sostenuto, infatti l’ottavo versetto dell’ottavo capitolo recita: “… il secondo angelo suonò la tromba, come una grande montagna di fuoco fu scagliata nel mare.
Un terzo del mare divenne sangue.” Un particolare che fa indubbiamente riflettere, il numero 117 citato più volte dai cabalisti corrisponde all’ebraico Ziq , cioè meteora, stella cadente e anche, spirito malefico.
Quindi se ne deduce che la “fine del tempo” sarà provocata da una immane corpo infuocato che si schianterà sulla terra con forza proveniente dal cielo.
Un fenomeno identico si verificò, come attestato dagli studiosi di tutto il mondo, milioni di anni addietro quando un asteroide gigantesco colpì il nostro pianeta presumibilmente nel mare nell’attuale golfo del Messico, causando una catastrofe planetaria che provocò la scomparsa di moltissime specie animali ed in definitiva, una volta scomparsi gli effetti negativi di questo evento, si assistette alla nascita di una nuova era.

E’ possibile che San Giovanni l’evangelista fosse a conoscenza di questo antichissimo evento e abbia da questo preso spunto per la “sua” fine del mondo, ipotesi estremamente avventurosa, più probabile che abbia previsto questo evento ispirato dal suo Dio, una previsione di un profeta, se vogliamo accettare l’esistenza di una Entità superiore che ben poco ha da spartire con la cabala.

Nutrire ancora dei dubbi sul contenuto sacro del numero otto, non è segno di scetticismo ad oltranza, semmai ragionevole incertezza sulle affermazioni, che non ammettono repliche, delle migliaia di cultori di essoterismo che beneficiano ampiamente dei moderni mezzi di comunicazione di massa ampliando a dismisura il loro messaggio di un'unica “verità”, tra l’altro su di un argomento nobilitato da tradizioni storiche, consolidate nei secoli ma a ben considerare opinabile come tutte le teorie non avvalorate da fatti inopugnabili.

Torniamo doverosamente al soggetto della nostra attenzione, Castel del Monte appunto, nel quale il numero otto è una costante che affascina anche i non professanti le leggi cabalistiche.

L’ottagono di Castel del Monte, mostra una relazione stringente, come già scritto, con l’antica scienza cabalistica. Questa “entità” numerica la si può ritrovare in moltissime costruzioni destinate a riti religiosi: chiese, moschee e numerosi templi esistente in medio oriente, in particolar modo in “Terra Santa”, un numero che sancisce il raggiungimento dell’unione fra l’umano ed il divino, una ricerca voluta e sperata fin dall’antichità dai fondatori delle tre religioni, diffuse in tutto il mondo, il cristianesimo, il giudaismo e l’islamismo.

Il ricongiungimento dell’umano e del divino era la massima espressione dei credenti ed era idealizzata dalla congiunzione del quadrato che identifica la terra, con il cerchio che ben rappresenta il cielo; le cupole dei templi musulmani e quelle delle chiese cristiane. I due simboli geometrici che realizzano la quadratura del cerchio per mezzo, appunto, dell’ottagono da sempre considerato dai cristiani, simbolicamente, Gesù Cristo, l’unione fra la divinità e l’uomo.

Gesù affermò: “io sono l’alfa e l’omega”, in questo annunciava a tutta l’umanità che in Lui si concentravano il principio e la fine di tutte le cose, è evidente nell’ottagono la raffigurazione geometrica del Cristo, perché in questa figura il concetto di inizio e fine è fin troppo evidente.

articolo del 13/6/09
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