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- LA PRINCIPESSA DEL CASTELLO IN CIMA ALLA SCOGLIERA

 Questo romanzo scritto da Claudio Alessandri, è rivolto a tutti coloro che non conobbero e non conoscono, per avere vissuto quell’epoca o per la storia che se ne è interessata ampiamente, sia narrando la realtà da storici, che quegli scrittori che seppero dipingere nei loro romanzi una realtà che visse fra vita reale e sogno, un’epoca al suo spegnersi in un crepuscolo triste nella certezza di avere vissuto nell’illusione dell’immortalità.

Questi erano i “Gattopardi”, erano coloro che dominavano la vita orgogliosa degli ultimi “Idalgo”, erano i committenti di tutti i palazzi nobiliari, padroni di tutti i latifondi, i loro possedimenti non si limitavano alla terra, dominavano anche sul mare possedendo le, non numerose, tonnare a loro pervenute, non per meriti di lavoro, ma per eredità. Nobili assoluti nello smisurato orgoglio, miserabili nel volere imporre il loro stile di vita ad una miriade di uomini e donne del volgo, considerati poco più di un animale da soma.

In questo romanzo lo scrittore fa rivivere quel mondo eroico e miserabile, descrivendo le vicende familiari ed umane, di una stirpe di antichissima nobiltà e di immensa ricchezza derivata da una oculata gestione di immensi latifondi, ma principalmente dalla tonnara di sua proprietà che per secoli assistette ad una attività che più di una pesca del tonno, poteva assimilarsi ad un rito cruento della forza bestiale vinta dall’intelligenza umana da ripetersi due volte all’anno.

Quella grande famiglia differì poco dalle tante altre esistenti in Sicilia, residuo nebbioso di una grande dinastia, quella dei Borboni che dominò per secoli il “Regno delle due Sicilie” confermando la nobiltà locale nella sua idea di immortalità.

Quello che differì, ovviamente, dall’altra nobiltà, fu il desiderio, in parte realizzato, di uscire dall’immobilismo amministrativo e lavorativo per dare vita ad una crisalide che comprese il valore morale ed economico dell’impegno industriale, inserendosi di diritto, nella nascente realtà della classe media, fino ad allora assente, che mutò con il commercio, l’industria e la relativa liberalità, la vita del volgo, ma principalmente quella nobiliare, incapace di sopravvivere ai mutamenti della storia. La nostra famiglia godette di tutti i benefici di una intelligente trasformazione da amorfa a fruttuosamente mercantile, ma come tutti gli esseri umani, dovette subire anche fatti dolorosi e luttuosi ai quali i “tonnaroti” attribuirono l’aura del mistero, la loro vita non poteva estinguersi nel silenzio e nella pace, proseguì nella leggenda creata da un popolo che si è sempre nutrito di “straordinario”, di “soprannaturale” descrivendo, sotto voce, quel mondo di false divinità, che diedero vita ad una stirpe di semi dei, orgogliosi della loro unicità, pavidi nell’affrontare la cruda realtà.
 
Il romanzo: ”La principessa del castello in cima alla scogliera” di Claudio Alessandri edito dalla casa editrice Uni Service di Trento, avvince, pur nella sua logica brevità, non manca di un richiamo ad (un’altra) realtà scaturita dal sub inconscio che è stimolo alla creazione e quindi alla fantasia. (prezzo del libro €.10,50)
 http://www.italiainformazioni.it/giornale/libriamo /135440/principessa-castello-cima-alla-scogliera.htm
 

- LA PRINCIPESSA DEL CASTELLO IN CIMA ALLA SCOGLIERA