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- LA CIOCCOLA - CIBO DEGLI DEI

9 febbraio 2012

di Claudio Alessandri

Una mostra d’arte avente come unico soggetto ispiratore il “cioccolato”, è indubbiamente un modo originale di rendere omaggio ad un prodotto dalle nobili origini, che diede un grande impulso commerciale tra Sud America ed Europa, ampliando la sua fama con le coltivazioni africane. Sono infiniti i modi rappresentativi di questo prodotto dalle antichissime origini e dai significati pseudo religiosi, quasi magici, che ad esso vennero attribuiti da popoli la cui spiritualità era origine e ispirazione di ogni atto della loro esistenza.

La storia millenaria e avventurosa della pianta del cacao, può fornire ad un artista mille modi figurativi per immortalarne la tradizione e le infinite credenze, nel loro evolversi inarrestabile, ancora stimolante e creativa ai nostri giorni, tanti modi per esaltare un prodotto vegetale che si è affermato come mezzo e apportatore di innumerevoli caratteristiche positive se utilizzato come gradevolissimo apporto nutrizionale, o come ritenuto dalla tradizione bevanda degli dei o consumata esclusivamente dai nobili e dai guerrieri e, per finire, potente afrodisiaco.

Il cacao annovera migliaia di anni di storia e anche se nel XVI secolo divenne una leccornia per ricchi e raffinati consumatori, ancora ai nostri giorni se ne fa un grande consumo, sotto varie forme e ricette, ma sempre relegato al ristretto ambito dolciario. Oggi, la sua diffusione, si è espansa in tutto il mondo, chiunque sciolga in bocca della cioccolata o beva una tazza di cioccolata diluita, in genere con dell’acqua calda o nel latte, non immagina minimamente che sta gustando un prodotto, molti secoli fa, destinato agli dei e ai grandi dignitari di corte, Aztechi o Maya.

La pianta del cacao prosperò in Sud America all’incirca gia mille anni A.C e nella lingua degli “Olmechi”, antico popolo del centro sud America, veniva chiamata “Kakav uhanal” ovvero “cibo degli dei”; molti secoli dopo, i Maya amavano sorbire una bevanda preparata con acqua calda e cacao con l’aggiunta di peperoncino, la bevanda così ottenuta assumeva il nome di “chacauhaa”, il primo nome in assoluto dal quale derivò lo spagnolo, il popolo che la introdusse in Europa, “chocolate”.

Non potendo, per ragioni ovvie, riassumere per intero la vicenda del cacao presso i Maya e gli altri popoli del centro sud America, non possedendo una fantastica “macchina del tempo”, sorvoliamo come un grande condor millenni di storia, si giunge alla seconda metà del XVI secolo, all’epoca dei “conquistadores” spagnoli che scopersero quella bevanda, allora sconosciuta in Europa. Quella bevanda si componeva, per ½ di cacao (cacahuate) e per l’altro ½ di (pochotl) e assumeva il nome di “chocolatl “, gli spagnoli non gradirono il nome di “cacahuate” e preferirono chiamare questa bevanda “chocolatl”, per il semplice motivo che “cacahuate” dava loro l’idea dell’atto corporale, certo non gradito a coloro che sorbivano quella bevanda.
Inizialmente la bevanda non era dolcificata anzi, a volte salata, a volte con l’aggiunta del peperoncino, oppure vaniglia, si narra che ad aggiungere dello zucchero al cacao furono dei frati dietro l’impulso del vescovo Francisco Juan de Zumàraga, intorno al 1590.
L’Europa accolse quella bevanda con grande favore, in particolar modo quando venne aggiunto zucchero e vaniglia, venne servita in particolar modo a Venezia e a Parigi, dove, nel settecento comparvero le prime “botteghe del caffè”, il nome richiamava un’altra bevanda famosa, ma è certo che venisse servita anche la cioccolata, ne fanno testimonianza le numerose commedie del veneziano Goldoni. La cioccolato rimase, fin dal cinquecento, una prerogativa esclusivamente spagnola, ne incoraggiò la coltivazione e la produzione e la variante della cioccolata in tavolette solide.

Anche questa ricetta aveva origini azteche e divenne una esclusiva della “Contea di Modica” in Sicilia, per quei tempi protettorato spagnolo. Questa lavorazione derivava direttamente e originariamente dallo “xocòatl”, che il popolo messicano produceva macinando i semi di cacao per mezzo di una pietra che veniva chiamata “metate”, ed è rimasto un prodotto di esclusiva pertinenza, come detto, di Modica in Sicilia.

In onore di questo prodotto si sono versati fiumi d’inchiostro, trattati, libri e ricettari e sotto varie forme si è affermato in tutto il mondo, ha perduto la caratteristica di “cibo degli dei”, senza dubbio“cibo energetico”, con molti dubbi stimolatore della sessualità, ed è divenuto, molto più semplicemente, una delizia per il palato di bambini e di adulti.
Non mancano moderni studi e dotte dissertazioni sulle proprietà racchiuse in un prodotto vegetale che, nella sua apparente semplicità, annovera una storia millenaria fantastica, e volendo, misteriosa.
 
Claudio Alessandri
 
Gli artisti che danno vita a questa collettiva esprimono ciascuno per il suo modo pittorico, un mondo misterioso che riassume le svariate forme che la fantasia o la realtà hanno colpito maggiormente la loro narrazione attraverso l’arte. Colori, storia di un popolo che segnò profondamente la storia dell’America meridionale e che scomparve a seguito della bruta violenza dei conquistatori spagnoli, e quello che è sconcertante, in nome di Dio.
 
Riteniamo opportuno nominarli tutti per donare loro il riconoscimento di tanta umana, artistica fatica; Giovanna Accardi, Rossella Andriani, Tiziana Ardagna, Arturo Barbante, Cettina Callari, Giuseppa Caruso, Domenica Cataldo, Daniela Cruciata, Giovan Battista Di Liberti, Paola Di Rosa, Silvius Dranga, Liliana Errera, Leonardo Espedito, Antonella Farinella, Onofrio Fausto, Nuccia Gandolfo, Piera Ingargiola , Leon Ardio, Rosario Lipari, Maria Lo Duca, Domenico Mezzatesta, Mimmo Mulè, Maria Laura Riccobono, Angela Sarzana, Nancy Sofia, Antonella Stillone, Maria Felice Vadalà, Vicari Caterina, Vicari e Gaspare Lombardo, Elena Vilardi.

La mostra verrà inaugurata sabato 11 febbraio alle ore 17,30 presso il Centro Congressi Marconi Alcamo (TP) ed è visitabile fino 17 febbraio 2012, tutti i giorni dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 1630 alle 19,30.

http://www.pittorica.org/public/comunicati-stampa/ kakawa-sculture-di-cioccolato-hotel-villa-mokarta- salemi-tp-4937.asp

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